Centri d'accoglienza, Brambilla pensa ai cani.

Continuano le polemiche su come vengono trattati gli immigrati. Ma all'onorevole di Forza Italia, nota per il furore animalista, è giunta voce che intorno alla struttura di Mineo, Catania, c'erano dei randagi maltrattati. E così, dopo la interrogazione, per appurare se fosse vero e trovare una soluzione per i cani s'è organizzata una task force.
















Si susseguono le polemiche sui centri di accoglienza, a partire da quello di Lampedusa per arrivare fino a quello capitolino di Ponte Galeria. Nel frattempo, l’onorevole di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla non è rimasta con le mani in mano sul fronte degli animali. In particolare, la sua attenzione è caduta sui cani randagi attorno al centro per i richiedenti asilo di Mineo, in provincia di Catania. Dodici adulti e 21 cuccioli che, secondo l’Enpa, sarebbero stati oggetto di maltrattamenti. 
Da qui l’interrogazione con cui Brambilla ha chiesto l’intervento del governo e paventato il rischio che tale situazione potesse compromettere l’immagine dell’Italia all’estero. La Prefettura catanese si è così attivata, ha costituito una task force, ha trovato una soluzione per i randagi e ha rassicurato l’onorevole per bocca del sottosegretario alla Salute Paolo Fadda: la Polizia ha infatti appurato che l’uccisione di due cani non è stata opera dell’uomo, ma di un «grosso cane fulvo maschio». Una faida, insomma, a quattro zampe.
(L'Espresso)

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