Ciclone in Sardegna: anche gli animali colpiti da Cleopatra.




Si chiama Cleopatra il terribile ciclone che sta imperversando in Sardegna, dove ha flagellato drammaticamente le zone di Olbia, Tempio Pausania e Nuoro. Ma che presto si sposterà verso la zona centrale e sud dell’isola, sperando diminuisca la sua potenza devastatrice. Una vera catastrofe che ha colto impreparata la popolazione locale. E non sono bastati gli annunci del suo arrivo, perché l’esito ha superato ogni tipo di previsione. Le piogge incessanti da giorni hanno favorito l’esondazione dei fiumi e una massa di acqua e fango ha travolto ponti, vegetazione, strade, automobili, persone e animali.

Molti i rifugi per cani sommersi dall’onda impazzita, tra i più colpiti quello dei Fratelli Minori gestito dalla Lida sezione di Olbia, dove i volontari hanno trovato una temibile distesa di fango. I recinti e i box completamente allagati, tettoie divelte dalla furia dell’acqua, ciotole, coperte e cucce spazzate via dalla violenza devastatrice. I cani sono stati tutti messi al sicuro, recuperati tempestivamente dai tetti delle cucce rimaste in piedi e su cui stazionavano in cerca di allontanare l’acqua. Ora le pompe stanno trasferendo con costanza la melma fangosa fuori dalla struttura, mentre il personale lavora senza sosta per ripristinare la sicurezza all’interno del rifugio.


Le piogge perpetue hanno colpito anche il rifugio a Gonnosfanàdiga, nel Medio Campidano, gestito dagli Amici per gli Animali. Tanti i cani spaventati e disorientati dall’incredibile mole di acqua scesa, con ripari allagati e coperte inutilizzabili. La terribile situazione metereologica ha falciato negativamente anche la Puglia e la Calabria, dove si segnalano condizioni poco dissimili per quanto riguarda animali d’affezione tenuti a catena, oppure chiusi in canile o rifugi.

Il passaparola è partito in automatico, molte le dimostrazioni di solidarietà con la raccolta di cibo e coperte per persone, canili e rifugi. Ma anche l’apertura di B&B, hotel, case e le offerte di alloggio nata spontaneamente tra i concittadini sardi. La popolazione si è dimostrata coesa e compatta nel momento del bisogno, sostituendosi ai soccorsi nelle situazioni limite. Piccole ma importanti dimostrazioni di solidarietà tra abitanti dello stesso quartiere che non hanno esitato a gettarsi nel fiume di fango impazzito per mettere in salvo vicini di casa, cani d’affezione o persone intrappolate in autovetture. L’allarme però rimane drasticamente alto, a fronte delle più di 2.700 persone sfollate fuori dalle abitazioni, e in previsione delle piogge previste per la nottata.

(Fonte:Greenstyle)

Nessun commento:

Posta un commento