Animali in ambulanza.

In provincia di Pordenone si inaugura il primo mezzo di soccorso attrezzato per i quattro zampe.

In caso di incidenti con un animale ferito, parti complicati, ma anche quando si è in difficoltà a trasportare il proprio cane o gatto dal medico, nella provincia di Pordenone è disponibile un nuovo strumento: l’ambulanza veterinaria. L’automezzo – il primo della regione -, che sarà ufficialmente inaugurato sabato 16 alle 10 davanti alla Chiesa della Madonna delle Grazie di Pordenone in Viale Treviso, è stato acquistato e attrezzata dai volontari dell’associazione ‘Mi fido di te’.
“L’ambulanza veterinaria è costata circa 13 mila euro – spiega il presidente dell’associazione, Nicola D’Agostino -. È dotata di strumentazioni, gabbie, barelle e presidi specifici per i quattro zampe. A bordo del mezzo è prevista la presenza di volontari abilitati: un autista-soccorritore e uno o due soccorritori oltre a un medico veterinario su specifica richiesta dell’utente”.
Il servizio sarà per ora attivo dal lunedì al giovedì dalle 17.30 alle 5 di mattina, dalle 14 di venerdì fino alle 5 di lunedì, in modo da coprire tutto il fine settimana, ed esteso a tutti i comuni della provincia di Pordenone. Gli animali feriti o malati saranno portati in uno dei quattro ambulatori convenzionati. I volontari che hanno completato o stanno per completare il corso di formazione in primo soccorso veterinario sono una ventina.
“In caso di necessità basta chiamare il numero di emergenza (331.82.25.995disponibile 24 ore su 24) per parlare con un operatore qualificato che darà le prime indicazioni e se necessario invierà l’ambulanza - specifiica D’Agostino -. Una volta sul posto i volontari effettueranno l’intervento del caso e trasporteranno l’animale all’ambulatorio veterinario disponibile nella zona. Il servizio è gratuito, ma ovviamente, ogni contributo volontario e ogni offerta è ben accetta per poter almeno coprire le spese vive (manutenzione, carburante, assicurazione, materiale sanitario) e per poter permettere al servizio di continuare a esistere”.

(Fonte:ilfriuli)